Blog di Urban Sketching e Disegno

Diario di viaggio: disegnare in Giappone – 3° parte

Quest’estate sono andato in viaggio in Giappone con Eva e come ogni anno abbiamo raccolto i ricordi della vacanza in un diario illustrato in cui io disegno e lei scrive i testi.

In questa serie di articoli in tre parti potrete seguire le tappe delle nostre tre settimane di viaggio.

Trovate tutti i post della serie qui.

I diari di viaggio delle vacanze precedenti sono qui.

Buona lettura.

Giorno 15: Nara

Dove eravamo rimasti? Eravamo sullo shinkansen in direzione Kyoto, dove arriviamo di sera e sbagliamo fermata del bus. Il giorno dopo prendiamo un altro treno e in un attimo siamo a Nara, famosa per il tempio in legno più grande del mondo (anche questo sarà vero?) e i daini che popolano il gigantesco parco ai piedi del monte Kasuga.

I disegni della giornata sono legati a due eventi collegati tra loro. Camminavamo verso la distilleria di sakè per fare una degustazione, e vicino a un laghetto abbiamo notato un capannello di persone di una certa età che trafficavano con degli zaini. Credevamo che stessero facendo un pic nic, ma sul muretto dietro di loro erano appoggiati una serie di oggetti quadrati molto familiari.

Ci siamo avvicinati e, ci avevo visto giusto, era un gruppo di pittori con il loro maestro che stava per commentare il lavoro della giornata. Ci siamo fatti avanti con il nostro sketchbook e si è creato un momento di stupore molto divertente, il nostro diario di viaggio è piaciuto!

A noi invece sono piaciuti molto i dipinti dell’insegnante, e ne abbiamo comprati due. Li ho disegnati in miniatura, e poi una volta tornati a casa abbiamo appeso gli originali nell’angolo lettura del salotto. すごいですね?

Questo il link al sito dell’artista giapponese ,竹居和彦さん.

Giorno 16: Kyoto

Ci sono enormi e importanti templi a Kyoto, e durante il primo giorno di visita della città abbiamo passeggiato a lungo nella zona ad est partendo dal Ginkaku-Ji fino all’imponente ma affollato Kyomizu-Dera.

Ma di questa giornata ci è piaciuto perderci nei templi minori o nei minuscoli santuari, senza turisti (frase molto ipocrita, ma anche noi come tutti quando facciamo i turisti siamo alla ricerca di momenti speciali e più intimi, per illuderci brevemente di non far parte della massa).

Piccoli templi quindi, nascosti nei vicoli, con anziani giardinieri che spazzano le foglie cadute e che gentilmente ci dicono che parliamo un buon giapponese quando in realtà sappiamo solo salutare educatamente. Passeggiamo attraverso un cimitero nel bosco e ci ritroviamo in una viuzza residenziale di un quartiere di collina. Ci piace perdere l’orientamento per qualche minuto.

Di questa giornata ho disegnato un piccolo altare in un santuario Inari, con una misteriosa statua di un topo con in mano una sfera, il cui significato ormai mi sfugge.

Nell’altra pagina invece un bagno pubblico (銭湯, sentō) molto carino, preso in gestione da alcuni giovani, in cui ci siamo goduti una buona oretta di relax e lavaggio dal sudore prima di andare a cena in un locale arredato come una grotta.

Gli alberi sulle rive del canale di fronte al sentō proiettavano ombre interessanti con il sole del tramonto, e sono stato molto attento a riprodurre la stessa sensazione di luce. Se vi capita di andare a Kyoto, il posto è questo.

Giorno 17: Kyoto

Ci spostiamo dalla parte opposta della città, a nord ovest, dove c’è la famosa foresta di bambù (che è l’attrazione meno interessante della zona). Il quartiere è Arashiyama (嵐山, montagna della tempesta), e altro che tempesta, la giornata è rovente come tutte le altre.

Come al solito ci incamminiamo per i sentieri meno battuti e ci spingiamo nei templi dei quartieri residenziali. C’è una grossa teca sulla strada, una pensilina di legno, con dei presepi (non erano assolutamente presepi, ma non trovo modo migliore di descriverli) fatti di casette di cartone dipinto e personaggi fatti di bozzoli di bachi da seta. Piccole raffigurazioni di villaggi giapponesi dell’epoca dei samurai. Un messaggio dice che salendo due rampe di scale sul pendio retrostante si arriva al negozio. Ma se non volete salire le scale usate il telefono che c’è qui e scendiamo noi.

Saliamo noi invece, ed entriamo nel regno di due anziane signore che creano a mano questi piccoli regni. Compriamo qualche regalino. Mentre impacchettano ci offrono tè matcha (il “tcha” di matcha vuol dire già “tè”, quindi dire tè matcha è una ripetizione, diremmo mai “ho bevuto un tè earl grey tea?”, ma divago). Insomma ci danno questo matcha con due biscottini, Eva odia il matcha ma i giapponesi odiano la maleducazione. Sorride e finge di sorseggiare quando la guardano e ci scambiamo le tazze, la mia vuota, la sua piena, quando si girano. Bevo due tazze di tè, che sudo via subito.

Il primo disegno del giorno è un sasso votivo di un tempio buddista, ripristinato al suo posto dopo che era stato trovato insieme ai suoi compari durante degli scavi. C’era un tempio con centinaia di questi sassi, tutti con un bavaglino che non abbiamo mai capito a cosa servisse. L’abbiamo cercato, l’abbiamo letto, ce ne siamo dimenticati. Ogni volta che riguarderemo il diario ci faremo la stessa domanda. Cercheremo, leggeremo, dimenticheremo.

Gli altri due disegni sono rispettivamente una portata di una fantastica cena che ci siamo potuti permettere solo perchè era un regalo, e i portali (鳥居, torii) del Fushimi Inari, forse il tempio più famoso del Giappone. 

Ci siamo andati di notte, non c’era nessuno, i torii illuminati sui sentieri che salivano alla cima della montagna creavano un’atmosfera molto suggestiva e li ho ritratti nella pagina a destra del diario. C’erano cinghiali e babbuini sulla montagna, siamo tornati di volata alla stazione del treno.

Giorno 18: Kurama e Kibune

C’è un trenino che parte dalla zona nord di Kyoto e si arrampica sulle montagne circostanti, fino ad arrivare alla stazione di Kurama. Lì c’è un tempio sulla montagna, e un sentiero che la scavalca e porta fino al villaggio di Kibune. Sul sentiero troviamo alcuni operatori che puliscono il sentiero con il soffiafoglie. Ci sembra una situazione molto buffa e molto giapponese e così decido di disegnare quell’aggeggio. Poi scopro che è una cosa che si fa anche in Italia, se ne occupa il CAI, ed è fondamentale per tenere in ordine i sentieri.

Kibune si avvolge intorno a una strada che costeggia un torrente, sopra il quale, d’estate, i ristoranti installano delle piattaforme su cui mangiare. Visitiamo templi e pranziamo con calma sul torrente. 

Tornati a Kyoto visitiamo il castello con il suo parco, ritratto nella pagina a destra con la vista che si ha dalle rovine della torre di guardia. Sullo sfondo ci sono le montagne dove probabilmente si celano i villaggi in cui siamo appena stati.

Giorno 19: Kyoto e Osaka

Ultimo giorno a Kyoto prima di trasferirci ad Osaka. Rimaniamo nella zona a nord, per visitare il famoso Kinkaku-ji (金閣寺, tempio del padiglione d’oro) e il Ryōan-ji (龍安寺, tempio del drago sereno), con il suo giardino roccioso zen.

Poi ci spostiamo in centro per visitare l’enorme ed essenziale palazzo imperiale, sbirciare gli allenamenti di una squadra di baseball, e come ultima cosa passeggiamo nei giardini del Santuario Heian, dove attraversiamo un laghetto camminando su cilindri di pietra tra i fiori di loto (disegno nella pagina a sinistra). Ha piovuto da poco e il cielo grigio si riflette nell’acqua.

Con il treno raggiungiamo Osaka molto velocemente, arriviamo in hotel e porto subito Eva a Dōtonbori, l’area più chiassosa della città. Lì saliamo sulla ruota panoramica ovale davanti ai grandi magazzini Don Quijote per vedere il quartiere di notte, dall’alto. Come si vede dal disegno, a qualcuno l’esperienza è piaciuta, a qualcuno ha fatto molta paura tra vertigini e scricchiolii metallici.

Giorno 20: Himeji e Osaka

È così piacevole prendere il treno in Giappone che facciamo subito una gita fuori città. Ci spostiamo da Osaka a Himeji, per visitare il famoso castello dell’airone bianco. Il complesso è enorme, per arrivare al maschio bisogna passare per strade tortuose intorno e attraverso le mura. All’interno l’arredo è essenziale e la struttura in legno su più piani è affascinante, diversissima dai castelli europei.

Lo disegno con grande sforzo, la disposizione dei tetti è intricata e i vari piani del castello all’esterno appaiono incrociarsi tra di loro.

Nella parte a destra delle mura ho disegnato un piccolo tubo di Super Mario, per collegarmi al disegno a destra che mostra i nostri giri pomeridiani nei negozi della Nintendo e dello Studio Ghibli a Osaka.

Giorno 21: Osaka

Ultimo giorno a Osaka, visitiamo il castello, che è stato modernizzato e ospita un museo, e ci spostiamo in centro per gli ultimi acquisti e l’ultimo gelato, che qui spremono dalle macchinette in dosi più che abbondanti. Ci mettono anche un macaron, voilà. Nel disegno ho cercato di seguire nel dettaglio tutte le spire della crema, con le ombre e i riflessi che creavano.

Giorno 22: Tokyo

Ci rispostiamo a Tokyo per avvicinarci all’aeroporto da cui partiremo il giorno dopo. Sfruttiamo la giornata per visitare il quartiere di Roppongi, spedire una cartolina e vedere da lontano la Torre di Tokyo. Nel centro commerciale di Roppongi c’è una distesa di statue di Doraemon, e non posso evitare di disegnarne una.

Giorno 23: Varsavia

Il centro di Varsavia alle 8 della domenica mattina è deserto. Varsavia ha anche un’altra particolarità: non è in Giappone. Siamo reduci da 12 ore di volo (13? 14?) e abbiamo più di mezza giornata di scalo prima del volo che ci riporterà in Italia.

Visitiamo il centro della città, la vediamo svegliarsi e popolarsi di persone. Ci sediamo a un McDonald e facendo colazione disegno il Castello reale. Sentiamo musica dal vivo, passeggiamo, mangiamo pierogi e altre bontà e torniamo a casa.

Rubrica Curiosità sul Giappone – Conclusioni

Il diario si conclude con una pagina disegnata da Eva con le sue ultime considerazioni sul viaggio e piccole note folkloristiche sulle inevitabili differenze culturali tra noi e il popolo di un’isola distante più di 9000 chilometri.

Materiali utilizzati

La new entry di quest’anno oltre ai materiali che trovate qui è un nuovo sketchbook in un formato poco più grande dei Moleskine che uso di solito per i diari di viaggio, e con l’enorme vantaggio di avere la carta 100% cotone. È prodotto da Hahnemühle.

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Come usare i valori tonali in un dipinto en plein air

  1. Grazie, Giacomo, per quel giorno! Ero entusiasta di vedere che tutti apprezzavano il meraviglioso diario illustrato. Ed è un sogno che si avvera avere i miei quadri esposti nel tuo salotto.

  2. 谷木  隆明

    始めまして、あなたのホームページを見ました。日本に来ていただき有難うございます。京都、奈良、大阪、姫路、東京と各地を見て頂いたようですが楽しんで頂けましたか。私は、貴方が出会った奈良の絵の先生の教室の生徒です。谷木隆明と言います。
    先生に師事をしてスケッチを楽しんでいます。また日本に来ていただけることを願っています。有難うございました。

    • 谷木隆明さん、はじめまして。ブログへのコメントありがとうございます。私が画家たちに会った日も奈良にいらっしゃったのですか?どの絵もとても美しかったです。私は日本が本当に好きで、今回が2度目でした。初めて来たのは2018年でした。
      コメントいただいた記事は、旅の3週目についてのものです。その前の2週間の写真を見たい場合は、これらの記事を読んでください:
      https://disegnintasca.it/diario-di-viaggio-disegnare-in-giappone-1-parte/

      https://disegnintasca.it/diario-di-viaggio-disegnare-in-giappone-2-parte/

      • 谷木  隆明

        ジエームスさんが竹居先生と逢ったときの教室には参加していませんでした。お逢いできなくて残念です。次回3回目の日本への旅をお待ちしています。是非その時にお逢いしたいです。日本の旅日記楽しく拝見しました。日本を楽しく見て旅をしている様子が判ります。日本を好きになっていただき有難うございます。
                              谷木隆明

        • 谷木 隆明さん、ありがとうございます。日本に戻ったら、お会いしたいですね。あなたの絵を見てみたいです。もしオンラインで絵を発表していて、それを見せても構わないのであれば、私が見ることができる場所に書いてください。もしかしたら、このブログの他の読者もあなたの絵を見たいかもしれません。

  3. 谷木  隆明

    ジエームスさん 有難うございます。
     わたしもFBをしています。谷木隆明で検索するか?
    https://www.facebook.com/profile.php?id=100074359929909
    で探してみてください。うまく見れると良いのですが。
                             谷木隆明

    • 谷木 隆明さん、ありがとうございます。私は彼の絵を見たことがある。とても美しいと思う!

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