Blog di Urban Sketching e Disegno

Come e perchè dipingere en plein air

Una delle cose che mi attrae della pittura è l’idea di passare del tempo all’aria aperta a spalmare una sostanza cremosa su un foglio di carta. Se chiedessi a un po’ di persone di immaginarsi un pittore nell’atto di dipingere, credo che la maggior parte penserebbe a un pittore che dipinge en plein air.

Questo modo di dipingere è probabilmente sempre esistito, ma è diventato comune nel corso dell’800, quando i colori furono messi in commercio in tubetti e diventò molto facile trasportare fuori dallo studio l’attrezzatura per dipingere. Tra le correnti artistiche che hanno reso famosa la pittura en plein air c’è l’impressionismo, che nacque in quegli anni e i cui esponenti avevano tra i loro obiettivi lo studio della luce e del colore.

Anche oggi la pittura en plein air è molto popolare tra gli artisti. Molti di quelli che seguo escono regolarmente di casa e si avventurano in strada, nei boschi e lungo i fiumi per cercare ispirazione e dipingere sul posto.

Perchè è importante dipingere en plein air

Dipingere da una foto

Partiamo dalle foto. Durante l’inverno mi ritrovo spesso a dipingere in studio, generalmente di sera, utilizzando fotografie come riferimento. Non c’è nulla di male in questo, anche se sentirete spesso dire che dipingere da una fotografia non è come dipingere dal vivo. Le critiche che vengono rivolte spesso al dipingere da una fotografia riguardano la resa dei colori, delle luci e delle ombre, e la composizione.

Il senso di queste critiche è che la fotografia, come il dipinto, è un’approssimazione o una traduzione della realtà. Quindi una fotografia non rappresenta la realtà, ma una forma semplificata in cui si perdono informazioni. Si perdono i colori delle ombre e i dettagli nelle alte luci.

Questo perchè tutta la gamma dinamica, cioè l’informazione visibile tra la luce più chiara e l’ombra più buia, viene compressa in un intervallo di valori molto più limitato. Cosa vuol dire? Che tutte le sottili differenze di luminosità che riusciamo a vedere nella realtà vengono raggruppate e semplificate in una fotografia.

Fonte: nisifilters.it

In qualche modo, poi, i colori sono alterati. Alterati volutamente se una foto non è nostra e quindi è stata post prodotta da altri, o comunque alterati dal filtro che traduce il segnale elettrico raccolto dal sensore in un’immagine a colori applicando una curva che assegna un valore di luminosità e colore ad ogni valore numerico raccolto dal sensore.

L’ho fatta difficile, per farla facile basta provare a fare una foto allo stesso paesaggio con fotocamere o telefono diversi e vedere che l’immagine sarà diversa su ogni telefono.

È troppo facile

Il succo del discorso è che se vogliamo rappresentare la realtà in un dipinto, la cosa migliore è andare a dipingere dal vivo. Ma secondo me la cosa ancora più importante, in realtà, è che dipingere da una foto è troppo facile. La luce rimane la stessa, non c’è un sole che nel giro di 10 minuti tramonterà, o una nuvola che passerà a cancellare tutti i contrasti. La composizione, poi, è già stata fatta nel momento dello scatto (una foto ha i margini, e quindi è già stato scelto cosa escludere dalla composizione). C’entra anche la pupilla, in tutto questo, ma ne parlo nel prossimo paragrafo.

Cosa vedono le mie fosche pupille?

È una giornata di sole e decidete di andare a dipingere all’aperto. Uscite dal buio di casa e la prima cosa che farete è socchiudere gli occhi, infastiditi dal bagliore. È un gesto che dura qualche attimo, giusto il tempo che servirà alle pupille per stringersi adeguandosi alla luce del sole.

Questo succede in ogni momento durante la pittura en plein air, ed è una delle sfide di dipingere all’aperto. Guardando una fotografia il rapporto tra le luci e ombre sarà sempre lo stesso, perchè quando si lavora nella penombra dells tudio difficilmente la pupilla cambierà dimensione.

Quando si è all’aperto, invece, questa cosa succede di continuo. State guardando il cielo per dipingere le nuvole e ad un tratto tutte le zone di ombra che avete già dipinto con una tonalità vi sembreranno più chiare di quello che vedete nella realtà. Vi concentrate sulle ombre per correggerle, e ad un tratto le nuvole che avevate appena dipinto vi sembreranno troppo scure.

Questa è una delle difficoltà della pittura en plein air, ma è anche ciò che serve per imparare a strutturare un dipinto decidendo come organizzare i valori tonali in base alla situazione generale, senza farsi distrarre da questi cambi continui.

Perchè dipingere en plein air?

Per tornare alla domanda iniziale, la risposta è perchè si impara a comporre un’immagine, a organizzare i valori tonali in base alla nostra percezione non filtrata, a tradurre in pittura tutte le sottili differenze di colore presenti nella realtà e visibili solo ai nostri occhi. E anche perchè si impara ad essere veloci, più veloci della luce che cambia con una rapidità impressionante. E perchè è l’unico modo per studiare la natura nella sua essenza.

Ma non solo. Quello che mi piace di più del dipingere en plein air è il senso di scoperta, un minimo di avventura e di essere immerso nell’ambiente che sto dipingendo. È un momento di benessere e di osservazione della realtà che è piuttosto rara nello stile di vita contemporaneo.

Immaginatevi: preferite essere chini su una scrivania a dipingere al buio guardando una foto, oppure in piedi all’aria aperta, a spennellare godendovi la luce e il mondo che vi circonda?

Come dipingere en plein air

Se siete arrivati fin qui, bene! Questo articolo sta diventando molto più lungo del previsto man mano che scrivo.

La seconda domanda che mi sono fatto sulla pittura all’aria aperta è “come dipingere en plein air?” Questa risposta è più semplice rispetto al perchè, ma soprattutto è più personale e può variare per ogni pittore.

Se la risposta al perchè è molto legata a questioni di fisica, la questione del come è più legata alla ricerca personale. Ognuno può avere i suoi soggetti preferiti e il suo modo di dipingere, ma vorrei descrivervi come dipingo in questo momento e che cosa cerco nei miei dipinti en plein air.

Dipingete velocemente

Quello che distingue la pittura en plein air da quella in studio è il tempo. La Terra si muove intorno al Sole ad una velocità impressionante, e il risultato per noi pittori è che la luce cambia costantemente. Dipingere en plein air richiede altrettanta velocità, per catturare sul foglio o sulla tela un momento effimero della giornata.

Assumetevi dei rischi

Se dipingete velocemente dovrete necessariamente fare molte scelte in poco tempo. Dovrete quindi mescolare i colori con una certa rapidità senza avere il tempo di fare troppe prove prima di stendere il colore sul dipinto. Questo aiuta ad essere più sicuri di se stessi e a rendere il dipinto più vivace.

Limitate la scelta, o estendetela

Avere poco tempo per mescolare i colori può portare a due scelte: utilizzare pochi colori o utilizzarne molti. Io normalmente uso solo 3 o 4 colori: Blu Oltremare, Rosso Alizarino Permanente, Giallo Hansa e Ocra Gialla. Oltre al tubetto di bianco, ovviamente.

Questo mi permette di non fare molti errori mescolando i colori, perchè con una palette così limitata e composta da colori primari è difficile sbagliare la temperatura del colore. A volte estendo la palette aggiungendo Blu Ftalo, Terra di Siena Bruciata, Terra d’Ombra Bruciata, Giallo Limone.

C’è chi invece preferisce utilizzare una palette molto più ampia per non perdere troppo tempo a mescolare i colori, preferendo avere sotto mano dei colori già mescolati e più vicini ai colori della natura. Un esempio è il verde, che uso molto poco perchè lo creo mescolando i primari, mentre molti preferiscono averlo già pronto in diverse tonalità.

Non aspettatevi un capolavoro

Il mio obiettivo quando dipingo en plein air è di studiare la luce. Non è assolutamente quello di creare un dipinto finito. Può capitare di realizzare qualcosa di molto bello, e i pittori più esperti sicuramente ottengono risultati migliori dei miei.

È meglio, specialmente se si ha poco tempo, concentrarsi su un obiettivo specifico. Nel caso della sequenza qui sotto, il mio obiettivo in questa brevissima sessione da una ventina di minuti era di rappresentare la distanza del Monte Rosa sullo sfondo. Non sono stato troppo attento a tutti i suoi dettagli, e gli element in primo piano servivano come paragone dei valori di luminosità della scena.

Studiate la natura, come si presenta ai vostri occhi e come potete tradurla con un pennello e un impasto colorato.

Lavorate in piccolo

Non è necessario lavorare su formati enormi in una singola sessione. La pagina di uno sketchbook è più che sufficiente. Più è piccolo il dipinto, più è facile completarlo prima che la luce cambi. A volte, se siete più sicuri, potete provare a dipingere su supporti più grandi.

Io l’ho fatto in questa sessione sul fiume, dove ho lavorato su un formato A4, perchè il meteo nuvoloso impediva alla luce di cambiare repentinamente, concedendomi di lavorare più lentamente.

In ogni caso, la sessione è stata di circa 1 ora.

Godete della vostra passione

Quest’ultimo suggerimento è molto simile a quello di non aspettarsi un capolavoro. La nostra passione di pittori può essere ridotta al piacere dell’atto di dipingere. Dipingere è molto più che creare opere d’arte. È il momento in cui si esce di casa, è la ricerca di ispirazione, è il rito della preparazione dei materiali, è la concentrazione meditativa di osservare il mondo e stendere il colore.

Non pensate al risultato, ma al solo fatto che state facendo quello che vi piace. Con il metodo arriverà anche il risultato.

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