Ho pubblicato un nuovo video di YouTube dove realizzo il dipinto che vedete qui sotto:
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Dopo settimane di brutto tempo, finalmente sono andato a fare un po’ di escursionismo in montagna. La meta di oggi è stato il Monte Due Mani, in Valsassina.

Scattai diverse foto quando andai a Castell’Arquato a settembre (le potete scaricare dal relativo articolo), e l’altro giorno le stavo guardando per trovare ispirazione.
Ne ho scelta una che ho scattato dentro al paese, in una via che scendeva verso le mura.

Da qualche tempo ho in testa i dipinti di Chauncey Foster Ryder, un pittore postimpressionista americano di fine ottocento/inizio novecento.
Il suo stile è vivace e spontaneo, mi attrae l’uso che fa delle macchie di colore che mette una accanto all’altra in modo da tenere l’occhio dello spettatore sempre in movimento.

Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio ho passato qualche giorno a Capraia. È una piccola isola dell’arcipelago toscano con una sola strada asfaltata che collega il porto al paese e una rete di sentieri che permettono di esplorarla a fondo.
Ho portato con me l’attrezzatura per dipingere all’aria aperta e studiare soggetti marini, rocce e acqua. Ma non è andato tutto liscio.

Una delle cose che mi attrae della pittura è l’idea di passare del tempo all’aria aperta a spalmare una sostanza cremosa su un foglio di carta. Se chiedessi a un po’ di persone di immaginarsi un pittore nell’atto di dipingere, credo che la maggior parte penserebbe a un pittore che dipinge en plein air.
Questo modo di dipingere è probabilmente sempre esistito, ma è diventato comune nel corso dell’800, quando i colori furono messi in commercio in tubetti e diventò molto facile trasportare fuori dallo studio l’attrezzatura per dipingere. Tra le correnti artistiche che hanno reso famosa la pittura en plein air c’è l’impressionismo, che nacque in quegli anni e i cui esponenti avevano tra i loro obiettivi lo studio della luce e del colore.