Sabato 22 maggio 2021 c’è stato il varo di “Laguna“, una barca di legno fatta a mano con una storia tutta particolare.
La storia del sandolo s’ciopon Laguna
“Laguna” è un sandolo s’ciopon veneziano costruito da Saul Hoffmann e Ioanna Moutousidi nel cantiere navale di Albaola, nei Paesi Baschi. Sembra che in tutto questo ci sia poco di veneziano, ma la storia è un po’ più lunga, ed è riassunta nel nome della barca.
Saul ha vissuto per 5 anni a Venezia. Quando lo andavo a trovare mi portava in giro per le calli come se fossero i corridoi di casa sua, e ha sempre avuto la passione per le barche tradizionali e la voga. Dato che a Venezia, strano a dirsi, non esiste una scuola di maestri d’ascia, ha espanso le sue ricerche fino a trovare Albaola, al confine tra Francia e Spagna. Dopo più di due anni di studi ha deciso di costruire questa tipica barca veneziana con l’aiuto di una sua collega greca.
Tutta questa storia di passioni, connessioni e collaborazioni è riassunta nel nome del sandolo: “Laguna” infatti, oltre a indicare la laguna di Venezia, significa “amico” in basco.
Se Saul tornerà a venezia a chiudere il cerchio, magari costruendo un pataxte basco, non lo sa nemmeno lui, ma se volete seguirlo e sapere di più sulla costruzione di Laguna, lo trovate sul suo blog: acquastanca.eu
Dipingere una barca ad acquerello
Mentre seguivo la diretta del varo ho deciso di immortalare Laguna in un acquerello.
Avevo intenzione di fare un disegno a penna e poi colorarlo, ma ho preferito iniziare con i colori e una volta terminato ho scoperto che la penna non era più necessaria.
La parte più complessa è stata azzeccare le forme della barca, che è tutta una serie di curve. Mi sono aiutato con qualche misurazione a occhio, cercando di usare come riferimento ogni spigolo che potessi trovare, come ad esempio i due rialzi a prua e tutte le assi che percorrono la barca nella sua larghezza.
Dopo aver tracciato il disegno a matita l’ho ripassato con una matita colorata gialla e sono passato agli acquerelli.
Per prima cosa ho colorato la barca, utilizzando giallo indiano e rosso ossido trasparente. Una volta asciutto il primo passaggio ho usato un misto di blu oltremare, blu ftalo e verde ftalo per colorare la parte esterna della barca e l’acqua.
Ho volutamente fatto scomparire il bordo tra il fondo della barca e l’acqua, unendo tutto in un’unica macchia di colore uniforme. È una delle tecniche che preferisco per semplificare un dipinto, e consiste appunto nell’unire in un’unica forma monocromatica due zone che hanno un livello di luminosità simile.
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