Ho fatto un rebus. Non l’ho dovuto risolvere, ma proprio idearlo e disegnarlo.
Appena avete letto la parola “rebus” probabilmente vi sarà apparsa nella mente un tipo immagine ben precisa: un paesaggio agreste o un piccolo paese, un cortile, oppure l’interno di un edificio, con personaggi che compiono azioni strane, oggetti un po’ fuori luogo, manifesti appesi al muro di una casa e probabilmente riferimenti alla letteratura classica, al teatro, alla pittura e alla lirica. Un mondo onirico, liminale. E grandi ed eleganti lettere sparse all’interno dell’immagine.
Un’immagine come quella qui sotto, vero?
Questo è il rebus che ho disegnato (se trovate la soluzione potete scrivermela nei commenti).
Avrei potuto concatenare gli oggetti utili alla soluzione su una sola riga, ma, come tutti gli italiani, ho in mente un solo modo in cui puo’ essere rappresentato un rebus, un solo stile, che è quello dei rebus della Settimana Enigmistica.
Non ho mai pensato a chi fosse l’autrice dei disegni della Settimana Enigmistica fino a quando ho cercato ispirazione per creare il mio rebus. È così che ho scoperto che lo stile unico che conosciamo tutti si deve a Maria Ghezzi, artista che dagli anni ’50 fino ai 2000 ha illustrato migliaia di vignette, definendo lo standard visivo dei rebus italiani.
Già pittrice, scultrice e illustratrice, approda alla Settimana Enigmistica dopo aver conosciuto Giancarlo Brighenti, ai tempi a capo della sezione rebus. Grazie a loro i rebus moderni italiani hanno raggiunto la loro complessità e genialità. L’abilità di Maria nel disegno ha permesso di creare enigmi la cui chiave poteva trovarsi nelle espressioni, negli stati d’animo e nella personalità dei personaggi delle sue vignette, non solo nelle semplici azioni che essi compivano.
Ho scoperto sulla mia pelle che disegnare un rebus e’ molto difficile, per quanto divertente e affascinante. Bisogna innanzitutto pensare a quali elementi inserire nella scena e poi pensare a come e dove posizionarli, tenendo sempre presente che un rebus deve avere un senso di lettura da sinistra a destra per poter essere facilmente risolto senza confondere. Immaginate farlo per 50 anni.
Disegnare questo rebus è stato un esperimento interessante, ed è stato un piacere scoprire Maria Ghezzi e i suoi straordinari lavori.
Se volete saperne di piu’ vi lascio un link ad un breve documentario che parla di Maria Ghezzi, in cui interviene tra gli altri Pietro Ichino.
Ichino è docente all’Università degli Studi di Milano ed è stato piu’ volte parlamentare. Ha pubblicato un libro che è un manuale e una scatola degli attrezzi per diventare solutori esperti di rebus.
L'ora desiata vola. Guida al mondo dei rebus per solutori (ancora) poco abili
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Mascara
Lo stile grafico del rebus si avvicina molto a quelli della settimana enigmistica, ma non sembra sia risolvibile nel modo consueto. I grafemi dovrebbero essere sempre posti su un unico elemento, per esempio ST sugli assi per costruire “assist…”. Qui invece i grafemi sono anche a cavallo di più elementi, ed alcuni elementi da includere nella soluzione come l’edificio veneziano od il bosco non sono segnati da nessun grafema. Ti consiglio di consultare la “guida” (https://www.pietroichino.it/?p=59324) di Pietro Ichino che hai tu stesso citato per correggere il disegno opportunamente e darci l’occasione di risolvere questo intrigante enigma!
Giacomo
Grazie per il link alla guida di Pietro Ichino, ho scoperto delle convenzioni per la realizzazione dei rebus che non conoscevo. Oltre a questi “errori” devo ammettere che il rebus è piuttosto ostico da risolvere perchè l’ho creato come biglietto di compleanno per fare indovinare il regalo. È comunque risolvibile e il destinatario ce l’ha fatta, ma un paio di passaggi sono piuttosto specifici e indirizzati agli interessi del destinatario. In qualche modo comunque ci si può arrivare, se dei passaggi ti sono oscuri chiedi pure e suggerirò!
Mascara
Sì, sono le regole convenzionali per risolvere i rebus pubblicati sulle riviste di enigmistica. In questo caso invece mettendo in fila le lettere e gli elementi grafici (assi, ST, è rea, ca, che, M, i repo, D, casta, TE, atro) sono comunque, faticosamente, riuscito a decifrare l’enigma!
Giacomo
Ben fatto! 🙂