Ho realizzato un altro studio di un’opera di Joaquín Sorolla.
Questa volta l’opera che ho studiato è Paseo a orillas del mar, realizzata nel 1909. I soggetti sono la moglie Clotilde e la figlia maria che passeggiano in riva al mare.
L’obiettivo di questo studio era di continuare a migliorare il controllo del colore e delle pennellate, lavorando soprattuto sui cambi di tonalità più impercettibili. Ho anche fatto particolare attenzione alla qualità dei bordi, alcuni netti, altri molto sfumati.
Ho iniziato come di consueto con un piccolo studio in bianco e nero, utilizzando tre modalità diverse.
Il disegno più piccolo, a destra, è uno studio notan. È un disegno che utilizza solo due tonalità ed è molto utile a prendere decisioni su cosa considerare illuminato dalla luce e cosa è invece in ombra. È l’essenza grafica minima di un soggetto.
Gli altri due studi sono stati fatti a matita e con i pennarelli Copic per definire le 5 tonalità principali del dipinto.
Il dipinto originale è molto grande, io mi sono concentrato sulla porzione del busto di Clotilde, con il suo cappello e il velo che svolazza nel vento.
Le sfide di questo studio erano tante. Le forme, per quanto piuttosto semplificate, erano molte ed è stato necessario un grande controllo sulla luminosità di ognuna di esse in rapporto alle altre.
Il volto è stata una delle parti più complesse da gestire. la maggior parte del viso è completamente in ombra, ma è un’ombra luminosa dalla quale spuntano naso e mento. Queste due parti del volto sono create da due forme chiare circondate da forme scure molto precise che con grande semplicità definiscono l’anatomia del viso. La bocca è incredibile: una tonalità appena più scura che va a perdersi nella tonalità della parte del volto in ombra.
Anche il velo è un bel grattacapo di forme e bordi che si perdono e che devono avere la giusta tonalità di colore per dare l’impressione di semitrasparenza.
Forse la parte più semplice da realizzare è stata il vestito, anche se ho dovuto correggere diverse volte la differenza di luminosità tra le parti completamente illuminate e quelle in leggera ombra.
Cosa ho imparato
Lo studio di questo dipinto è stato come assemblare un puzzle complicatissimo. Sono riuscito a portare a termine lo studio quando il mio cervello è entrato nella modalità in cui ha smesso di dare nomi alle cose che stavo dipingendo (braccio, volto, cappello) e ha iniziato a considerare ogni forma del dipinto come un oggetto astratto.
A quel punto ho iniziato a ragionare sulle forme delle ombre e delle luci e sul loro rapporto riuscendo a completare lo studio con soddisfazione.
Mi risulta incredibile pensare a come Sorolla sia riuscito a semplificare un soggetto del genere, decidendo con sicurezza come gestire i leggeri cambiamenti di tonalità. La parte del volto è pazzesca. Un conto è copiarla come ho fatto io, un conto è crearla interpretando e semplificando la realtà.
Spesso quando dipingo mi concentro molto sui dettagli, perdendo di vista il risultato d’insieme. Sorolla ha compiuto scelte molto decise e ha catturato con poche sapienti forme l’espressività dei soggetti senza perdersi nei particolari.
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