Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio ho passato qualche giorno a Capraia. È una piccola isola dell’arcipelago toscano con una sola strada asfaltata che collega il porto al paese e una rete di sentieri che permettono di esplorarla a fondo.
Ho portato con me l’attrezzatura per dipingere all’aria aperta e studiare soggetti marini, rocce e acqua. Ma non è andato tutto liscio.
Nonostante avessi molto tempo e molte buone intenzioni, devo dire che sono rimasto piuttosto deluso da alcuni dei risultati. Se conoscete l’effetto Dunning-Kruger, saprete che è quella condizione per la quale i principianti hanno una percezione delle proprie capacità molto più alta di quella effettiva.
Significa che si sentono soddisfatti dei risultati senza essere in grado di riconoscere la propria incompetenza. Ho vissuto questa fase molte volte in passato (e anche adesso, per carità!), sentendomi soddisfatto di alcuni disegni che riguardati a distanza di mesi o anni rivelano tutti i loro difetti.
Chi invece è più esperto in una materia subisce una sorta di effetto opposto, nel senso che è arrivato a un livello di competenza per cui sa di aver acquisito capacità specifiche, ma si rende anche conto di quanto è vasta la quantità di conoscenze e competenze che gli mancano per migliorare.
A Capraia ho vissuto questo secondo effetto. Le mie conoscenze in disegno e pittura, anche solo a livello teorico, sono molto più alte rispetto agli inizi. Se guardo certi dipinti che ho fatto in quei giorni sull’isola, mi rendo conto che per realizzarli ho messo in pratica tecniche e conoscenze che ho appreso negli anni.
Ma invece di sentirmi soddisfatto del risultato, ho provato più volte la delusione di aver impiegato tempo ed energie per un risultato non soddisfacente, come ad esempio questi due dipinti che reputo completamente falliti (quello a destra non l’ho nemmeno concluso).
Sto scrivendo tutto questo perchè credo che questa sensazione capiti a tutti noi disegnatori e pittori, e vorrei approfondirla per capire come approcciare le prossime sessioni di pittura.
La sensazione costante che ho avuto era di cominciare con il piede giusto, per poi arrivare ad un momento in cui sentivo di perdere il controllo sull’immagine e di non riuscire a realizzare l’immagine che avevo in mente.
Il problema poteva essere di scelta del colore, di stile di pennellata, o forse in generale una cattiva pianificazione iniziale.
Sicuramente rocce, scogli e acqua non sono un soggetto semplicissimo. Decidere come semplificare le rocce, quali forme e dettagli tenere e quali escludere non è cosa da poco, così come utilizzare ombre e luci per dare volume a forme così complesse.
Anche il mare in continuo movimento non aiuta a capire i colori dell’acqua, quali zone hanno il colore del fondo, quali il riflesso del cielo, quali i riflessi degli scogli e come la schiuma interagisce creando forme e volumi.
Un altro aspetto che non mi ha certamente aiutato è stato avere sempre sotto gli occhi le immagini dei tre artisti a cui mi stavo ispirando in quei giorni.
Se guardare i lavori di Gia Dong, Alec Monson e Jesse Winchester Schmidt mi aiutava a capire come affrontare certi soggetti, l’effetto collaterale era constatare inevitabilmente e incessantemete la mia incapacità a raggiungere in questo momento il loro livello.
Forse avrebbe senso dedicare sessioni di studio senza continuare a cercare un confronto, ma spostare questa fase alla fine dei giorni di lavoro, analizzando a posteriori i risultati.
Ad ogni modo, non sono del tutto insoddisfatto dei miei risultati. Sicuramente è stato piacevole passare del tempo all’aria aperta dipingendo. È raro riuscire ad avere la possibilità di dedicarsi per così tanti giorni a disegnare e dipingere, anche grazie alla pazienza di chi era in vacanza con me.
Al prossimo giro potrei prendere una pausa dalle gouache, che sono piuttosto laboriose e stancanti, e dedicarmi di più ad esercizi e schizzi a matita, e poi lavorare ad acquerello con sketch più veloci.
Dedicare due ore ad un dipinto per poi esserne delusi ha un impatto diverso rispeto a spendere un quarto d’ora disegnando a matita. E poi è da tanto che non esercito forme più semplici di disegno. Qualche disegno a matita l’ho fatto anche a Capraia.
Chiudo lasciando i due dipinti di cui sono più soddisfatto: lo stesso scoglio dipinto da due punti diversi dell’isola, a qualche ora di distanza e quindi con luci e ombre molto diverse.
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Anna
ciao, invece a me i tuoi acquerelli sono piaciuti molto!
Giacomo
Grazie! Anche io sono soddisfatto di alcuni, ma la sensazione in quei giorni in cui li ho fatti è che avrei potuto fare molto meglio!