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Cosa ho imparato copiando i dipinti di Richard Schmid

Di recente ho dipinto delle copie di tre oli di Richard Schmid (1934-2021). Richard Schmid è stato uno dei pittori americani contemporanei più apprezzati sia per i suoi paesaggi che per i suoi ritratti.

Per noi artisti è ancora più apprezzato perchè nella sua carriera ha scritto un manuale fondamentale di pittura, che si chiama Alla Prima: Everything I Know About Painting. Oltre a quello, ha realizzato una serie di video che furono rilasciati in DVD in cui esegue diverse dimostrazioni di pittura di paesaggio e di ritratto.

Fare copie di studio dai dipinti dei maestri è un ottimo modo per esercitarsi a dipingere. Permette di capire come vengono utilizzati i colori, come è composta l’immagine, ma anche di arrivare a un livello più profondo di esercizio, ad esempio cercando di imitare lo stile delle pennellate.

Se poi, come in questo caso, si ha la fortuna di avere a disposizione dei video in cui il maestro mostra tutti i passaggi, è ancora più interessante capire tutto il procedimento che esegue per impostare e portare avanti il dipinto. Nel mio caso è stato utilissimo per il 3° dipinto (il piano bianco americano), che era veramente intricato. Senza i passaggi intermedi sarebbe stato davvero difficile capire come arrivare al risultato finale tramite tante stratificazioni.

Cosa ho imparato dipingendo “La stalla rossa”

Copiare la stalla rossa mi ha insegnato una tecnica molto utile che già conoscevo, ma che non avevo mai messo in pratica.

Richard Schmid fa largo uso della spatola per dipingere. La usa per ottenere bordi netti, che sono difficili da realizzare con i colori a olio, ma anche per grattare colori adiacenti in modo da mescolarli in modo caotico. Con questa tecnica ottiene texture molto realistiche e ammorbidisce i punti di contatto degli edifici con il terreno, ad esempio.

In questa immagine qui sotto potete vedere un passaggio intermedio di questo dipinto.

Cosa ho imparato dipingendo “Il campo sul retro”

Copiando questo secondo dipinto ho imparato a stratificare il colore per ricreare la complessità delle tonalità di verde che esistono in natura.

Per realizzare il prato ho dipinto uno strato sottile di ocra e di terra di Siena bruciata, poi con pennellate leggere ho aggiunto varie tonalità di verde, facendo in modo che il nuovo colore si sovrapponesse a quello steso in precedenza senza mescolarsi troppo.

Con la tecnica della spatola poi ho grattato alcune zone per creare le texture, come ho imparato dal dipinto precedente, e infine ho realizzato i rami degli alberi usando la lama della spatola, per creare rami sottili e slanciati.

Cosa ho imparato dipingendo “Il pino bianco americano”

Questo è il dipinto che ha richiesto ore di lavoro per essere riprodotto, divise in due giorni perché era molto difficile mantenere la concentrazione lavorando con una tecnica così diversa.

Questo dipinto è la somma delle tecniche dei due dipinti precedenti. C’è stato tanto lavoro di spatola e tanta sovrapposizione per i colori del prato.

Da questo dipinto ho imparato a utilizzare bordi morbidi per creare effetti atmosferici, a definire bordi e sagome per stratificazioni e a realizzare dettagli intricati pur mantenendo una gerarchia ben definita tra zone di luce e zone di ombra.

In queste fasi intermedie che vedete nella foto sopra e sotto si può intuire il lavoro di stratificazione, a partire dalle forme di base fino alla definizione del colore medie delle diverse aree. Una volta impostati questi colori (luci freddo, ombre calde) il resto del lavoro è stato una puntigliosa pittura dei dettagli per ricreare l’estrema complessità di un prato fiorito e di una zona boscosa piena di arbusti, steli e rocce.

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