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Il Ragazzo e l’Airone – 君たちはどう生きるか

L’1 gennaio sono andato a vedere Il Ragazzo e l’Airone, l’ultimo film di Miyazaki Hayao. L’avevo già visto a Tokyo ad agosto, ma per via della lingua avevo capito pochissimo della storia.

Nei mesi tra agosto e gennaio mi sono tenuto lontano da qualsiasi informazione che riguardasse il film, per non rovinarmi la sorpresa di rivederlo in italiano dando finalmente una risposta a tutte le domande che mi ero fatto durante la prima visione in versione originale.

ATTENZIONE! L’articolo presenta inevitabilmente spoiler sulla trama del film e sulle sue ambientazioni.

Il Ragazzo e l’Airone, o meglio 君たちわどう生きるか Kimi-tachi wa dō ikiru ka (E voi come vivrete?) conferma la mia prima impressione. È un film per me meraviglioso, con una storia piuttosto complessa, piena di suggestioni e nella quale ad un certo punto ci si perde, si galleggia nello scorrere degli eventi per poi riatterrare nel finale.

È una caratteristica che apprezzo molto in un film, motivo per cui mi piace perdermi anche nelle storie dei film di David Lynch. Come dice Miyazaki stesso nel documentario del 2019 10 Years with Hayao Miyazaki:

I film facili da capire sono noiosi. Le trame con una logica sacrificano la creatività.

Rimane un senso di nostalgia e malinconia durante la visione del film, grazie alla colonna sonora di Hisaishi Jō e alla trama, ma soprattutto per le ambientazioni.

Ho un’ossessione per i fondali di tutti i film dello studio Ghibli, dipinti a mano con le gouache da Kazuo Oga e, ne Il Ragazzo e l’Airone, da altri dieci artisti. I suoi due artbook che possiedo sono un’ispirazione costante e spesso li sfoglio per studiarne i dettagli e i misteri.

La malinconia dei fondali di questo film si identifica innanzitutto in questa immagine, che è anche la locandina italiana del film:

Una rivisitazione del dipinto L’isola dei morti di Arnold Böcklin.

Miyazaki decide di portarci in un mondo al limite tra i vivi e i morti, un luogo che d’altronde aveva già accennato anche in film più leggeri come Il mio vicino Totoro. Anche la frase “fecemi la divina podestate” che compare su un edificio in una scena del film ci riconduce all’immaginario dell’inferno dantesco.

Ma credo che ad essere efficace, ancora più efficace rispetto ai riferimenti culturali, sia l’ambientazione costiera con la sua luce e i colori delle nuvole dipinte. La guerra in corso nella parte ambientata nel mondo reale è resa magistralmente nelle due scene dell’incendio, dove l’angoscia e il disorientamento sono raffigurati con un’animazione che deforma i volti e sembra accartocciare lo schermo su cui è proiettata.

Al contrario, la parte ambientata nel mondo dei morti ricorda la Belle Époque, o le avventure infantili in località di mare su coste un po’ sperdute e tranquille. È un mondo che sembra più accogliente nonostante le insidie e che ci attira nostalgicamente in un mondo in cui forse vorremmo restare, nonostante sia il mondo dei morti.

Ed è questo il motivo per cui preferisco il titolo originale del film: E voi come vivrete?, che deriva dal romanzo omonimo del 1937 di Yoshino Genzaburō, da cui però la storia presto si discosta. È un titolo che è anche una domanda allo spettatore. Un lascito da parte di Miyazaki che per l’ennesima volta dichiara da ritirarsi dalle scene, e che dopo averci accompagnato per anni nei suoi mondi che ci hanno affascinato e chi hanno reso più percepibile l’impalpabilità dell’esistenza ci passa il timone. E affida a noi l’interpretazione del mondo da qui in avanti e del modo in cui viverlo.

Approfondimenti

Il documentario da cui ho citato Miyazaki 10 years with Hayao Miyazaki è disponibile gratuitamente per la visione sul sito di NHK World -Japan.

È in lingua inglese non sottotitolata, ma molto comprensibile, mentre i sottotitoli sono presenti nelle parti parlate in giapponese.

Segue Miyazaki e il figlio Goro dal 2006, durante la produzione di Ponyo e I Racconti di Terramare, fino alle produzioni di Si Alza il Vento e La Collina dei Papaveri

Gli artbook de Il Ragazzo e l’Airone

Come sempre Studio Ghibli pubblica per i suoi film i libri della serie “The art of” e lo storyboard illustrato e appuntato da Miyazaki.

Sono stati pubblicati anche per Il Ragazzo e l’Airone, per ora solo in giapponese. Normalmente gli storyboard non vengono mai tradotti in inglese o in italiano, mentre i libri della serie “The art of” vengono tradotti almeno in inglese, quindi se avete pazienza “The Art of The Boy and the Heron” potrete acquistarlo in futuro dall’Italia.

Se volete acquistarli potete farlo da Amazon Japan. Le spedizioni per un libro sono di circa 25 euro, mentre per due libri sono 35 euro. Vi lascio i link dei due prodotti.

Se volete regalarmeli scrivetemi pure sui social o nei commenti, accetterò volentieri! 😉 Se invece conoscete altri modi più economici di comprarli, scrivetemi nei commenti.

Storyboard: https://amzn.to/4aLIoQW

The art of: https://amzn.to/3HaVvh9

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